Palazzo Pubblico

Piazza Il Campo, 1. (Apri Mappa)
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Descrizione

Il Palazzo Pubblico di Siena (detto anche Palazzo Comunale) è l'edificio fatto costruire approssimativamente tra il 1297 e il 1310 dal Governo dei Nove della Repubblica di Siena, come propria sede. Sorge sulla piazza del Campo ed è affiancato dalla snella Torre del Mangia.


La storia del palazzo è fortemente legata a quella della sistemazione della prospiciente Piazza del Campo. Fino al 1270, con il Governo dei Ventiquattro, il governo della città aveva sede nella curia della chiesa di San Pellegrino. Il Consiglio della Campana, composto dai nobili e così chiamato perché si adunava al suono della campana maggiore posta allora su una torre della famiglia dei Mignanelli (nell'attuale Banchi di Sopra, al numero civico 15), aveva come luoghi di riunione principali tre specifiche chiese e aveva le proprie sedi nei palazzi dei nobili. Nel 1284 si ha notizia di un primo nucleo di quello che sarà il Palazzo Comunale, ma esso comprendeva essenzialmente gli edifici della Dogana e della Zecca, detta il "Bolgano".

Caduto questo governo degli aristocratici, con il Governo dei Nove saliti al potere nel 1287 si comincia a pensare a una sede "neutra" per il governo della città e la costruzione del palazzo ha la spinta definitiva. Il primo nucleo, ricavato da un adattamento del palazzo della Dogana, è riferibile al 1284, come farebbe supporre l'insediamento del podestà Ghinolfo Guidi da Romena. Tra il 1293 e il 1297 il Governo dei Nove avviò l'edificazione di un più ampio palazzo, fatto in pietra fino alle prime tre trifore e poi proseguito in laterizi entro il 1310[1].

Mentre l'antico palazzo del Bolgano era rivolto verso l'attuale piazza del Mercato, il nuovo palazzo guarda verso piazza del Campo. Ma le due costruzioni coesisterono a lungo. Entro il 1310 tutto il palazzo doveva essere stato terminato perché il Governo dei Nove vi si trasferì in quell'anno. L'ingrandimento del lato destro, con la zona delle carceri, risale al 1327, a cui seguì il salone del Gran Consiglio (1330-1342), che nel XVI secolo divenne teatro[1]. Solo il secondo (e ultimo) piano delle due ali laterali sarebbe stato costruito nel 1680, mantenendo comunque lo stile originale e bilanciando la mole dei palazzi circostanti. L'unica incertezza riguarda la tempistica di realizzazione del terzo e ultimo piano del corpo centrale del palazzo (con le bifore a tutto sesto): non si sa se sia coevo alla sua prima costruzione o sia stato invece costruito nel 1326, come alcuni storici affermano.

Discorso a parte deve essere fatto per la torre del palazzo (la cosiddetta Torre del Mangia), costruita successivamente al palazzo, tra il 1325 e il 1348, così come la marmorea Cappella di Piazza, prospiciente rispetto alla torre e alla facciata del Palazzo, fatta costruire nel 1352 per ringraziare la Vergine Maria dello scampato pericolo della peste nera che aveva colpito la città nel 1348.

Il Palazzo comunale è ancora oggi la sede dell'amministrazione comunale moderna ed ospita gli uffici del sindaco, alcuni uffici comunali e le sale di rappresentanza. Al primo piano si trova il Museo civico e il teatro comunale dei Rinnovati. Al secondo piano vi è la sala del Consiglio comunale e la loggia che guarda verso il lato posteriore del palazzo stesso, in direzione sud.


La facciata è composta di quattro ordini nel corpo centrale e tre ordini nelle due ali laterali. Nell'ordine inferiore si aprono una serie di arcate, alcune inquadrano i portali e le altre inquadrano grandi finestroni. In corrispondenza all'ingresso della torre troviamo una struttura a edicola. L'ampia facciata del palazzo riflette i vari periodi di costruzione: fino al primo ordine di trifore fu usata la pietra, poi il laterizio. Le finestre, nel tipico stile senese (di derivazione orientale, filtrato dall'esempio pisano), hanno tre archetti gotici affiancati appoggiati su colonnine, mentre al centro di ciascuna ghiera, tra gli archetti e l'arco acuto principale di ciascuna finestra, è stata inserita la balzana bianca e nera, simbolo di Siena.

Il corpo centrale è rialzato di un piano rispetto alle due ali laterali. Sulla sommità, retto da una cornice di archetti pensili a pieno centro, si presenta un coronamento merlato di tipo guelfo, cioè senza l'estremità a coda di rondine. Le due cellette campanarie sommitali sono oggi vuote; quella di sinistra venne aggiunta nel settecento per bilanciare la simmetria.
Al centro della facciata un grande disco presenta il trigramma di Cristo (1425, dipinto da Battista di Niccolò), ideato da san Bernardino da Siena, mentre più sotto è presente lo stemma dei Medici, installato dopo il dominio della signoria fiorentina (dal 1560). Accanto allo stemma, tra le trifore, si trovano altri due stemmi marmorei: uno è quello cittadino, l'altro è il leone del Popolo. I fori che costellano la facciata sono buche pontaie, usate dai costruttori medievali per alloggiare le travi in legno delle impalcature necessarie al cantiere.

All'interno, le stanze furono usate da molteplici magistrature che hanno amministrato la città nei secoli. Oggi ospita il Museo Civico e l'amministrazione comunale senese. Nel corpo di sinistra, accanto alla Torre del Mangia, si trova il Cortile del podestà, decorato da antichi stemmi, che fa anche da ingresso al palazzo e alla scalinata della torre.


L'interno del palazzo è oggetto di decorazione fin dal Trecento, quando non era ancora stata completata l'architettura, quando il Governo dei Nove si assicurò l'opera dei maggiori artisti del tempo per manifestare il proprio programma politico. Tale insieme di affreschi, opere di pittura e di scultura rappresenta così una delle testimonianze fondamentali dell'arte medievale oltre che un eccezionale documento della società civile del Trecento.

Il portale di destra immette in un atrio in cui si trovano bracciali con campanelle in bronzo, opera di Giacomo Cozzarelli proveniente dal Palazzo del Magnifico. Attraverso un vestibolo si arriva poi alla Sala delle Lupe, divisa in quattro campate, che deve il suo nome alle due Lupe trecentesche sulla parete di sinistra, opere lapidee consunte dal tempo; v i si trovano inoltre doccioni di gronda attribuiti a Giovanni Pisano e la statuetta del Mosé di Antonio Federighi. Nella parete destra della terza campata l'affresco con Santi e beati Pietro Alessandrino, Ambrogio Sansedoni e Andrea Gallerani, di Sano di Pietro (1446). Attorno al vestibolo si aprono alcuni ambienti adibiti oggi a uffici, in cui si trovano varie opere d'arte. Ad esempio nella seconda sala destra si trova una Madonna col Bambino e san Giovannino del Riccio (1537) e affreschi seicenteschi nella volta; la terza era l'antica sede dell'ufficio della Biccherna (ufficio finanziario), decorata dall'affresco con l'Incoronazione della Vergine con i santi senesi Caterina e Bernardino di Sano di Pietro e Domenico di Bartolo (1445), realizzato sopra un'opera analoga di Lippo Vanni (1352 andata distrutta in un incendio), e da affreschi seicenteschi nella volta, oltre a un pancale intarsiato quattrocentesco. La quarta sala, Ufficio del Segretario Generale dell'odierno Comune, mostra un vigoroso affresco della Resurrezione del Sodoma (1535), proveniente dalla Sala delle Lupe. Sul lato opposto spiccano: la prima sala, la Cappella dei Nove, con affreschi dell'ambito di Simone Martini (Cristo benedicente con cherubini nella volta ed Evangelisti ai lati) appesantiti da ridipinture della seconda metà del Trecento, e di Bartolo di Fredi (Beato Andrea Gallerani, Sant'Antonio Abate e un'Annunciazione frammentaria, databili al 1370 circa); la terza sala, quella del Biado, con all'estereno, in alto a sinistra sul pilastri, un'Aquila imperiale del Sodoma e all'interno una grande Madonna della Misericordia con angeli e santi del Vecchietta (1457).

Dall'altro portale, attiguo alla Cappella di Piazza, si accede invece al Cortile del Podestà, completato nel 1325 e ripristinato all'inizio del Novecento; interamente in cotto, è porticato su quattro lati, con grandi trifore a sesto acuto che vi si aprono al primo piano. La scala, che porta al primo piano, è legata a un restauro del 1980. In un angolo si trovano i resti della Statua del Mangia. Da qui si trova l'ingresso per salire alla torre.